Usato, vendere una maglia può costarti caro: pioggia di multe per chi ha questi account | Comunicazioni già partite
Liberare l’armadio mettendo in vendita i propri abiti non più in uso è una scelta che non solo aiuta a rispettare l’ambiente, ma che permette anche di raccogliere qualche soldo dallo scambio di capi spesso in perfette condizioni.
l mercato dell’usato è in piena espansione, sempre più persone scelgono di dare una seconda vita agli oggetti inutilizzati, spinti anche da una crescente sensibilità verso la sostenibilità.
Questo fenomeno è facilitato dalla nascita di piattaforme come Subito e il marketplace di Facebook, che rendono semplici e accessibili le vendite tra privati. Tuttavia, negli ultimi anni, due piattaforme in particolare hanno fatto breccia nel cuore degli amanti dell’usato, ovvero Vinted e Wallapop.
Grazie alla loro facilità d’uso e alla diffusione sostenuta anche dalle campagne pubblicitarie, questi marketplace hanno rivoluzionato il mondo del second hand, attirando milioni di utenti. Vendere su queste piattaforme sembra un’operazione semplice e sicura, ma non è sempre così, infatti, le nuove regole fiscali introdotte di recente prevedono controlli rigorosi anche per chi pensa di vendere solo occasionalmente.
Vendere l’usato non è sempre una buona idea
Secondo la legge, chi vende in modo continuativo e supera determinate soglie deve aprire una partita Iva, mentre chi si limita a poche vendite occasionali non è tenuto a farlo. Tuttavia, di recente è stata resa valida una Legge per cui le piattaforme di vendita sono obbligate a condividere i dati relativi agli utenti ai Governi.
Ciò significa che anche chi, in buona fede, vende qualche oggetto usato, potrebbe ritrovarsi nel mirino dell’Agenzia delle Entrate, soprattutto considerando che la nuova normativa non è sempre chiara, infatti il confine tra vendita occasionale e abituale può essere sottile e molto interpretabile.
Quando serve aprire partita iva per vendere online?
Il problema principale riguarda il riuscire a riconoscere la differenza tra vendite sporadiche e attività commerciale. Secondo la Legge, chi vende più di 30 articoli o guadagna oltre 2.000 euro in un anno su Vinted, Wallapop o altre piattaforme deve compilare un modulo o, addirittura, deve aprire una partita Iva.
Per evitare questo obbligo, è necessario tenere molto bene d’occhio il proprio inventario e lo storico delle vendite, riuscendo così a non superare le soglie, al di sotto delle quali non ci sono, ad oggi, obblighi fiscali particolari. Chi pensa di farla franca deve quindi fare molta attenzione, poiché l’Agenzia delle Entrate, grazie ai dati forniti dalle piattaforme, può facilmente individuare chi sta svolgendo attività continuativa e richiedere il pagamento delle imposte e delle sanzioni.